In occasione del Giorno della Memoria 2020.

Enzo Fiano, relatore
Con la partecipazione del Sindaco della città Como Mario Landriscina

Mio padre è Nedo Fiano, deportato ad Auschwitz nel febbraio 1944 con tutta la famiglia, e tornato poi terribilmente solo, dopo essere stato trasportato e poi liberato (in quali condizioni…) a Buchenwald: ha dedicato la vita che ha potuto poi ricominciare ad annodare, scrivendo e dicendo, spiegando, raccontando, testimoniando. Assieme agli ultimi pochi sopravvissuti.
Da alcuni anni non può più ricordare, e dunque tengo (così come anche i miei due fratelli) delle brevi conferenze, che sono per noi, come ovvio, una naturale missione, ora che mio padre non è più in grado di farlo in prima persona, in vari luoghi e presso varie istituzioni. Così sarà anche quest’anno: sapere (innanzi tutto) e ricordare (di conseguenza) sono un necessario impegno che dovrebbe coinvolgerci tutti, senza alcuna distinzione. Per sapere dove può arrivare e dove è arrivata la malvagità, a quali immondi abissi la prevaricazione, la discriminazione, la sopraffazione, la latente orrenda e terribile forza del male assoluto, che si sa nascondere silenziosa tra noi.
Sempre pronta a rinascere. E che ci deve dunque sempre vedere vigili.