Eventi
Armonia e Simmetrie
Data: 17 nov 2019 dalle 11:00 alle 23:59
Cos'è
Domenica 17 novembre, in sala Bianca, nuovo appuntamento con la rassegna Camera con Musica, alle ore 11.00, secondo di sette appuntamenti, che porteranno a domenica 19 aprile 2020; il concerto è, e sarà sempre preceduto da una degustazione di te, offerta da Peter’s Tea House Como, in armonia con il programma musicale; la partnership tra il Teatro Sociale di Como/ AsLiCo e la prestigiosa azienda di te si rafforza, per offrire al pubblico un’experience sempre nuova, un’unione a legare la musica, ed il repertorio da camera, la piacevolezza del te, il profumo degli infusi.
Armonia e Simmetrie
Musiche di Antonín Dvorák e Leoš Janácek
con Quartetto Echos
Antonín Dvorák, Quartetto per archi in fa maggiore "Americano", op.96 n.12
Leoš Janácek, Quartetto per archi "Lettere intime", VII/13 n. 2
Quartetto Echos
Violini Andrea Maffolini e Ida Di Vita
Viola Chiara Lodovisi
Violoncello Martino Maina
Il secondo appuntamento della rassegna ospita il Quartetto Echos, impegnato in un programma che contempla due autori molto diversi tra loro, ma entrambi emblema del tardo Romanticismo ceco e poi di quella propulsione inarrestabile, propria della sperimentazione novecentesca, che non mancò di contagiare la vicina Mitteleuropa.
Di Antonín Dvorák (1841 - 1904) viene proposto il Quartetto per archi in fa maggiore ‘Americano’, op. 96 n. 12, composto nel 1893, quando il compositore si trovava ad insegnare al Conservatorio di New York, invitato dalla mecenate Jeannette Thurber, che aveva fondato l’istituzione nel 1885, e che aveva persuaso la moglie di Dvorák, Anna, grazie ad una proposta economica che ammontava a 25 volte il loro stipendio medio annuo (circa 15.000 dollari), tenendo conto che agli inizi di carriera, come semplice organista Dvorák guadagnava appena 80 dollari l’anno.
Il fattore economico convinse la coppia, inizialmente molto restia a recarsi oltreocèano, a stabilirsi a New York dal 1892 al 1895.
Composto nel periodo di docenza statunitense il brano -suddiviso in quattro movimenti, Allegro, ma non troppo; Lento; Molto vivace; Finale – ha per questo motivo acquisito, nel catalogo dell’autore, l’appellativo ‘Americano’.
Alle rimembranze della terra natia e alle linee melodiche popolari boeme, non frutto di reali ricerche filologiche e storiche (proprie invece di Janácek), bensì semplici e vaghe suggestioni, si aggiungono chiari riferimenti al folklore americano, simili a quelli che poi contraddistinsero la famosa Sinfonia dal Nuovo mondo, risalente al dicembre del medesimo anno (1893).
Leoš Janácek (1854 -1928) più rigoroso nell’investigare la musica popolare boema, genuina ed autoctona, in linea con le ricerche scientifiche, praticate da molti autori a lui contemporanei (ad esempio Béla Bartók in Ungheria o Heitor Villa-Lobos in Brasile), nel febbraio 1928 (morirà il 12 agosto del medesimo anno), compose il Quartetto per archi n. 2, “Lettere intime” (Listy duverne), VII/13, avendo già metabolizzato quanto tracciato da Stravinsky e dalla Seconda Scuola di Vienna (Berg in particolar modo).
Non così estremo nell’atonalità, rivela comunque, oramai settantaduenne, una grande consapevolezza e accenti forti nelle scelte timbriche, destinate a descrivere quattro momenti autobiografici, legati a quattro ‘occasioni sentimentali’, nel susseguirsi dei quattro movimenti in cui è divisa la composizione: il primo, Andante. Con moto. Allegro. Adagio descrive l’incontro con Kamila Stösslová (1891 - 1935), di 37 anni più giovane di lui; l’Adagio (si bemolle minore). Vivace evoca una villeggiatura a Luhakovice in Moravia; il terzo movimento Moderato. Andante. Adagio rappresenta l’immagine edulcorata e carica di pathos con cui Janácek osservava la ragazza; infine l’Allegro. Andante. Adagio la timidezza a palesare l’amore nei confronti di lei.
Orari
Data: 17 nov 2019 dalle 11:00 alle 23:59Ore 11.00